Angola: analisi Chatham House. Elezioni del 24 agosto, continuità o cambiamento? Sondaggi danno MPLA davanti

C’è attesa a livello internazionale per l’esito delle elezioni presidenziali e politiche in Angola del prossimo 24 agosto. Con l’invasione russa dell’Ucraina, l’Europa punta a diversificare le forniture di gas e di petrolio e Luanda diventa così un partner di rilievo. I mercati finanziari internazionali hanno fiducia nel futuro economico dell’Angola e il risultato del voto sarà un elemento importante per confermare gli ultimi venti anni di stabilità e di pace, dopo una lunghissima guerra civile. Chatham House, il prestigioso think tank britannico, specializzato in analisi geopolitiche e delle tendenze politico-economiche globali, ha dedicato all’Angola un’analisi di Alex Vines Obe, direttore del Programma Africa.

Quinte

Le quinte elezioni democratiche multipartitiche, si legge nello studio, “saranno anche le più competitive“. In pole position il partito al governo, il Movimento per la Liberazione Popolare dell’Angola (MPLA), guidato dal Presidente della Repubblica in carica João Lourenço. Gli ultimi sondaggi danno il MPLA in vantaggio rispetto alla principale forza di opposizione, l’UNITA, capeggiata dal combattivo, Adalberto Costa Júnior. Circa la metà degli elettori, in un Paese demograficamente molto giovane, sarebbero comunque ancora indecisi sul voto. Lourenço, eletto per il primo mandato nel 2017, ha rappresentato una vera cesura con il suo predecessore José Eduardo dos Santos, scomparso recentemente, che aveva guidato l’Angola ininterrottamente per 38 anni.

Reti

L’attuale presidente ha ereditato un Paese logorato dalla corruzione e con un economia, troppo legata al petrolio, fiaccata dagli anni di bassi prezzi delle materie prime e poi dal Covid-19. Lourenço ha puntato a smantellare le reti di corruzione e al recupero dei fondi. Ha cercato di privatizzare le imprese statali, riformando l’industria petrolifera e quella dei diamanti e scommesso sulla diversificazione dell’economia. “Ha ereditato una situazione difficile – si legge nel rapporto – e il suo non è stato un compito facile. Ha nominato un team economico competente, riducendo le spese superflue e approfondendo i legami con i principali creditori”, dal FMI all’accordo sulla restituzione debito raggiunto con la Cina.

Prezzo

L’aumento significativo del prezzo del petrolio nell’anno in corso ha poi “fornito una spinta di fondi extra”. Chatham House nota che “il petrolio e l’industria connessa rimangono centrali per l’economia dell’Angola, costituendo il 50% del PIL e il 92% delle sue esportazioni. Si prevede che la produzione di petrolio salirà a 1,4 milioni di barili/giorno entro il 2026. Nelle sue manifestazioni elettorali l’UNITA, rileva l’analisi britannica, rintuzza la propaganda del MPLA, facendo “promesse di crescita economica e occupazione”. Ma l’unico ‘atout’ sembra in realtà quello di sfruttare una certa “fatica” del partito rivale, che è al governo del Paese dal momento dell’indipendenza dal dominio coloniale del Portogallo nel 1975.

Centro-sinistra

Il MPLA è oggi un partito di centro-sinistra, affiliato all’Internazionale socialista, molto diverso dal partito ai tempi del marxismo anti-colonialista di Agostinho Neto. E soprattutto da quello determinato da decenni di comportamenti cleptocratici del ‘cerchio magico’ di dos Santos. Secondo Chatham House “l’MPLA è estremamente ben organizzato ed è probabile che prevalga di nuovo. Lourenço ha bisogno di nominare un governo tecnocratico di talento. Di concentrarsi sull’ulteriore riforma dell’industria petrolifera e del gas e sulla diversificazione dell’economia. Ha bisogno di continuare le riforme economiche” e dovrà “investire molto di più nel miglioramento dell’istruzione”.

(foto Domingos Nicolau-ANGOP)

Pubblicato da Alessandro Cavaglià

giornalista, appassionato di Africa. Stile giornalistico e rigore accademico