Angola: ancora più di 70 milioni di metri quadrati da sminare. Le mine sono la terribile eredità della guerra civile, migliaia le vittime

Un’area vasta più o meno come l’isola di Pantelleria. Coprono ancora 76 milioni di metri quadrati di territorio le mine disseminate in Angola durante la guerra civile. Un confronto cruento e distruttivo durato 27 anni tra il 1975 e il 2002, con l’aggressione del Sudafrica dell’apartheid all’indomani dell’indipendenza di Luanda dal dominio coloniale, con il sostegno delle forze reazionarie angolane. Il dato, a vent’anni dall’avvio del processo di pacificazione nazionale, resta ancora una ferita che pesa sulla vita economica e sociale del Paese. Le mine antiuomo e anticarro continuano a bloccare le attività degli agricoltori e rendere pericolosi i percorsi in varie zone.

Convenzione di Ottawa

Per localizzarle e rimuoverle serve un lavoro minuzioso quanto rischioso. Una bonifica che negli anni ha visto al fianco del governo angolano organizzazioni specializzate straniere e ONG. Un punto della situazione è stato fatto dal direttore generale dell’ANAM (Agência Nacional de Acção Contra as Minas), il brigadiere Leonardo Sapalo con gli esperti dell’Office of Weapons Removal and Abatement del Dipartimento di Stato USA. Luanda aderisce alla Convenzione di Ottawa del 1997 sulla messa al bando delle mine e punta al totale sminamento entro il 2025. Uno sforzo imponente, che ha visto nei giorni scorsi il presidente dell’Angola, João Lourenço, autorizzare un impegno pari a 35,2 milioni di euro per nuove iniziative di sminamento.

Sicurezza

Interessate in particolare le province di Cuando Cubango, Cunene, Cuanza Sul, Moxico, Bié e Lunda-Sul e l’area del delta dell’Okavango, per facilitare lo sviluppo dell’ecoturismo. Il capo della delegazione americana, Aisha Kamara, ha ribadito che Washington è impegnata a sostenere l’Angola nell’eliminazione delle mine “per consolidare la pace, la sicurezza e la prosperità economica per tutti gli angolani”. Finora l’Angola ha liberato il 90% delle aree sospettate di essere contaminate da mine, tuttavia secondo il “Landmine Monitor” redatto da ICBL-CMCs rimane tra i Paesi classificati che hanno una massiccia contaminazione da ordigni esplosivi. Da gennaio 2017 a giugno 2019, 156 persone sono state uccise, inclusi 87 bambini. Stime indicano in circa 80 mila i sopravvissuti a incidenti causati dalle mine in Angola. Lo sminamento, dal 2002, è costato oltre 500 milioni di dollari. Il governo è impegnato per l’assistenza e inclusione sociale delle vittime degli ordigni esplosivi. Inclusione ben rappresentata dalla squadra di calcio paralimpico, che recentemente si è laureata vice-campione del mondo dietro al team della Turchia.

(foto masfamu.gov.ao)

Pubblicato da Alessandro Cavaglià

giornalista, appassionato di Africa. Stile giornalistico e rigore accademico