Angola: delegazioni di RDC e Ruanda riunite a Luanda, Richiesta “invio rapido” di forze di controllo per fermare tensione in Nord Kivu

Prosegue la mediazione dell’Angola per fermare la tensione tra Repubblica Democratica del Congo (RDC) e Ruanda nell’area del Nord Kivu, dopo la ripresa dell’attività militare di vari movimenti di guerriglia. La provincia orientale Congo è epicentro da anni dell’azione di bande armate e di milizie appartenenti a diversi gruppi etnici, con reciproche accuse e smentite di sostegno ai combattenti tra Kinshasa e Kigali.

Commissione

A Luanda si è svolta la prima riunione della Commissione mista per la normalizzazione delle relazioni tra i due Paesi confinanti. Le delegazioni erano guidate da Christophe Lutundula Apala Pen’Apala, vicepremier e ministro degli Esteri, e dall’omologo del Ruanda, Vincent Biruta, sotto la mediazione del ministro degli Esteri angolano, Téte Antonio. Dalle parti, assieme all’impegno a porre fine al clima di tensione, è venuta la richiesta all’Angola di un rapido dispiegamento della forza di intervento regionale decisa nel giugno scorso a Nairobi, in occasione del vertice della Comunità dell’Africa orientale (EAC).

Luanda Roadmap

All’inizio di luglio, con l’iniziativa diplomatica del presidente angolano, João Lourenço, nella sua qualità di mediatore dell’Unione Africana (UA), i presidenti Paul Kagame (Ruanda) e Antoine Tshisékédi (RDC) avevano annunciato un “cessate il fuoco immediato“. Ora per sviluppare la cosiddetta “Luanda Roadmap” occorre la presenza sul campo di una forza di osservatori, che sarà guidata da un alto ufficiale angolano in collegamento con rappresentanti dei due Paesi in contrasto. Negli ultimi mesi la ripresa dell’azione militare del cosiddetto Movimento 23 marzo (M23), che secondo Kinshasa avrebbe l’appoggio di Kigali, ha avuto eco nelle nuove attività di guerriglia delle Forze democratiche per la liberazione del Rwanda (FDLR), gruppo di ribelli hutu ruandesi legati ai responsabili del genocidio del 1994 contro i tutsi.

Forze negative

Ora la decisione comune è quella dello smantellamento delle “forze negative”, tra cui proprio M23 e FDLR, all’origine della tensione tra RDC e Ruanda. Allo stesso tempo le due parti lavoreranno per ripristinare la fiducia reciproca, a partire dalla ripresa di contatti “regolari tra i vertici dei rispettivi Servizi di Difesa e Sicurezza” e dalla ripartenza della collaborazione a livello economico.

(foto Al Jazeera English-Flickr da en.wikipedia.org)

Pubblicato da Alessandro Cavaglià

giornalista, appassionato di Africa. Stile giornalistico e rigore accademico