Angola: il caffè angolano vuole tornare nelle tazzine di tutto il mondo. Il presidente Lourenço punta sul rilancio della produzione

L’Angola vuole riportare il suo profumato e deciso caffè nelle tazzine dei consumatori. Nel Paese dell’Africa australe la coltivazione del caffè fu avviata dai portoghesi negli anni ’30 dell’Ottocento. All’inizio degli anni ’70 del Novecento, l’Angola era il terzo produttore a livello mondiale, particolarmente apprezzata la sua varietà “robusta”. La guerra civile ha devastato la maggioranza delle piantagioni e l’esodo verso il Brasile degli agronomi ha determinato l’inselvatichimento delle piante.

Ripartire

Occorreva ripartire praticamente da zero. La scelta del presidente della Repubblica, João Lourenço, di diversificare l’economia angolana, lasciando progressivamente la dipendenza dal petrolio, ha riportato l’agricoltura in primo piano. E, naturalmente, anche il caffè. Attualmente è la bevanda più diffusa nel mondo e a livello di valore economico è la merce più scambiata dopo i prodotti petroliferi. Un insieme di fattori colloca l’Angola in condizioni di fatto ideali per la coltivazione del caffè. In termini di qualità del prodotto requisito decisivo è l’altitudine. E le aree di produzione angolane si collocano tra i 1.200 e i 1.300 metri di altitudine. La topografia poi facilita la meccanizzazione e l’abbondanza di acqua garantisce adeguata irrigazione delle piantagioni.

Uíge

Una delle aree tradizionali di coltivazione è la provincia di Uíge, all’estremo nord del Paese. Il presidente Lourenço, candidato del MPLA per un secondo mandato, ha colto l’occasione di un comizio elettorale nella città di Uíge, omonimo capoluogo della provincia, in vista del voto del 24 agosto, per rimarcare l’impegno del governo per l’aumento della produzione di caffè. Obiettivo è quello di tornare a creare un surplus, per rilanciare le esportazioni e i connessi significativi introiti in valuta estera, che si traducono anche in miglioramento delle condizioni di vita dei coltivatori.

Export

“Il è caffè un’importante fonte di ricchezza per le famiglie angolane – ha detto Lourenço – e per il Paese, che già deteneva il titolo di essere uno tra i più grandi esportatori”. Luanda intende scommettere sulla ripresa generale della produzione agricola, per coprire innanzitutto il consumo interno – oggi legato in gran parte all’import – e per puntare in prospettiva sull’export. “L’idea – sostiene il presidente – è di essere autosufficienti dal punto di vista alimentare. Avere cibo per noi stessi e poi per esportare, ricavando risorse per investire anche in altri settori e garantire così lo sviluppo del Paese”.

(foto Pfüderi da Pixabay )

Pubblicato da Alessandro Cavaglià

giornalista, appassionato di Africa. Stile giornalistico e rigore accademico