Angola: l’Africa inquina meno e soffre di più i cambiamenti climatici. L’intervento della vicepresidente da Costa al COP 27

L’Africa è uno dei continenti che inquina meno, ma che soffre di più i cambiamenti climatici. L’allarme è della vicepresidente dell’Angola, Esperança da Costa,intervenuta al COP 27 dell’ONU a Sharm El-Sheikh. L’Angola – ha detto la numero due di Luanda, che è anche una affermata biologa – difende il rafforzamento della “cooperazione internazionale” per il successo nella “lotta al cambiamento climatico”.

Impegni

Decisivo il coinvolgimento dei Paesi meno avanzati nella condivisione delle conoscenze e il trasferimento di risorse tecnologiche e finanziarie dai Paesi industrializzati. In più occasioni in recenti vertici internazionali sono stati assunti importanti impegni di finanziamento per contrastare i problemi legati ai cambiamenti climatici e alla crisi umanitaria in Africa. Da Costa denuncia però “un atteggiamento quasi timido nel loro concretizzarsi”. Ciò quando il legame tra il cambiamento climatico e le sfide della pace e della sicurezza a livello globale, soprattutto in Africa, è sempre più evidente.

Vulnerabili

L’aumento della temperatura degli oceani, la siccità prolungata e altri fenomeni estremi stanno influenzando la vita e i mezzi di sussistenza delle comunità, lasciando le popolazioni vulnerabili e molto soggette a conflitti e instabilità. Il Presidente della Repubblica dell’Angola, João Lourenço, ha spesso rimarcato come i rischi e le minacce associati ai cambiamenti climatici richiedano un approccio internazionale più completo, che includa anche “una revisione e un adattamento dei meccanismi di pace e sicurezza, affinché i suoi strumenti di intervento siano più efficienti nel rispondere e in linea con le sfide che stanno emergendo nel mondo”.

Strategia

La strategia predisposta da Luanda stabilisce una visione fino al 2030, con l’obiettivo di garantire l’adattamento del territorio angolano e di contribuire allo sforzo globale per combatterne le cause dei cambiamenti climatici. La vicepresidente ha ricordato le opere infrastrutturali per confrontare la siccità, soprattutto nel sud del Paese. Interventi, come il sistema di canali collegati al fiume Cunene, per favorire lo sviluppo dell’agricoltura, garantendo una maggiore resilienza alle comunità locali. “L’Angola – ha segnalato da Costa – ha intrapreso importanti iniziative per onorare gli impegni presi durante la COP26 e punta ad aumentare le fonti di energia rinnovabile fino al 70% entro il 2025″.

Foreste

In parallelo proseguono le iniziative di protezione forestale e di lotta alla deforestazione, al fine di garantire la protezione dell’ambiente ed evitare le catastrofi naturali. In questo quadro Da Costa ha menzionato l’estrema necessità di creare in Africa un sistema di allerta precoce e di lanciare l’Agenzia umanitaria africana, per identificare e affrontare i molteplici rischi legati al cambiamento climatico.

(foto da Angop)

Pubblicato da Alessandro Cavaglià

giornalista, appassionato di Africa. Stile giornalistico e rigore accademico