Angola: “Nossa Senhora da Loja do Chinês”, opera prima del regista Ery Claver, al Locarno Film Festival

Il film angolano “Nossa Senhora da Loja do Chinês” sarà alla 75a edizione del Locarno Film Festival nella sezione “Cineasti del presente”. La pellicola, scritta e diretta da Ery Claver, è il primo lungometraggio dell’autore ed è prodotto da “Geração 80“. Il Festival si svolgerà dal 3 al 13 agosto. Il concorso Cineasti del presente propone una selezione di opere, per lo più anteprime mondiali, dirette da “talenti globali emergenti. È il luogo – affermano gli organizzatori – dedicato alla scoperta del cinema di domani, che merita di essere sostenuto al di là di ogni distinzione di genere”.

Carriera

Ery Claver è uno dei registi più versatili dell’Angola. Ha iniziato la sua carriera come cameraman, lavorando in numerosi programmi televisivi e documentari. Ha firmato cortometraggi presentati a diversi festival internazionali, da Clermont-Ferrand a Zurigo, all’African Film Festival di Tarifa e Tangeri. È stato direttore della fotografia di “Air Conditioning” (2020), un film premiato a livello internazionale. “Nossa Senhora da Loja do Chinês” è stato girato a Luanda. “Volevo fare un film incentrato sul potere da molto tempo – ha spiegato Claver -. Non il potere politico o quello statale, ma il potere della presenza, anche quando la presenza non è più fisica. Per me la famiglia condensa tutto, i rapporti di forza universali della natura umana, gli aspetti universali dell’uomo e della donna angolani”.

Racconto

Domingas, una donna amareggiata per la perdita della sua unica figlia, osserva con risentimento il marito Bessa, sull’orlo della morte. Un racconto urbano che rivelerà una famiglia e un contesto pieni di risentimento, avidità e tragedia. Sulla storia aleggia un oggetto considerato portatore di miracoli, venduto nel negozio del mercante cinese Zhang Wei, una piccola statua di plastica della Vergine Maria.

Realtà

Il regista sottolinea: “Il rapporto che ho instaurato con aspetti della condizione umana è stata un’esperienza determinante per la mia costruzione di cineasta”. E aggiunge: “Questo film parla essenzialmente del tempo in cui viviamo. Una storia catturata dalla macchina da presa, ma la macchina da presa, a differenza degli occhi, non piange. È una gelida schiava della realtà, non le è permesso sognare”. La produzione del film segna la continuità dell’impegno di Geração 80 nel raccontare storie angolane e nel produrre cinema indipendente e d’autore.

(foto Geração 80)

Pubblicato da Alessandro Cavaglià

giornalista, appassionato di Africa. Stile giornalistico e rigore accademico