Angola: si punta al rilancio del turismo. Nuovi investimenti per proporre anche a livello internazionale le location più attrattive

Luanda punta sul turismo per uscire dal monopolio dell’oro nero sulla sua economia. La Giornata Mondiale del turismo, istituita nel 1980 dall’Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT), è stata l’occasione per fare il punto e lanciare idee e proposte per il prossimo futuro. Si tratta di un settore vitale per la diversificazione dell’economia del Paese, portata avanti dal confermato Presidente della Repubblica, João Lourenço. Petrolio e diamanti sono al momento la chiave della ripresa economica angolana, ma decisivi saranno i passi in avanti fatti in altri settori, a partire dall’agricoltura e, appunto, dal turismo.

Strategico

Di impegno strategico ha parlato in un recente incontro con gli operatori il ministro della Cultura e del turismo, Filipe Zau. Occorre partire da una valutazione della qualità dei servizi erogati, per indirizzare le risorse verso la modernizzazione dell’industria turistica. Anche attraverso una adeguata politica dei prezzi e la qualificazione del personale, considerate le forti potenzialità occupazionali del settore. Il presidente dell’Association of Hotels and Resorts of Angola (AHRA), Ramiro Barreira, ritiene che l’associazione possa contribuire, nei prossimi cinque anni, a far crescere il peso del settore turismo dall’attuale 0,5% del PIL ad almeno il 4%. Le prospettive, con l’adeguato sostegno del governo, sono di un fatturato di 6 miliardi di dollari, capace di generare 500mila posti di lavoro diretti e quasi un milione nell’indotto.

Agenzie

In rappresentanza delle Agenzie del turismo dell’Angola, Marcelina Ribeiro, ha annunciato la creazione di una pagina Internet, per divulgare il potenziale delle attrazioni naturali e non solo dell’Angola e offrire la possibilità di identificare con maggiore facilità i servizi offerti ai turisti nazionali e internazionali. Secondo un’analisi condotta dall’emittente tedesca DW, l’Angola rimane ancora una meta poco attraente come destinazione turistica. Il governo è intenzionato a puntare su quattro poli su cui convogliare gli investimenti nazionali ed esteri, con una particolare apertura ai privati. Si parte da Cabo Ledo nella provincia di Bengo, 120 chilometri a sud di Luanda, ai margini del parco nazionale di Quiçama. La sua interminabile spiaggia è considerata uno dei migliori punti per praticare il surf in Angola. C’è poi l’area naturale dell’Okavango, il nono fiume più lungo dell’Africa circa 1.600 chilometri. Nasce in Angola e scorrendo verso sud costituisce per un tratto il confine tra Angola e Namibia, per poi raggiungere il Botswana.

Cascate

Le cascate di Kalandula, nel Malanje a 360 chilometri a est della capitale, si formano sul fiume Lucala. Alte 105 metri e ampie 400, sono tra le maggiori per volume d’acqua del Continente. Infine, la provincia più meridionale del Paese: il Namibe. Qui le attrattive culturali del capoluogo Moçâmedes si coniugano con le bellezze naturali del parco nazionale di Iona, compreso tra i fiumi Curoca e Cunene. Con una superficie di oltre 1 milione e mezzo di ettari è il più esteso del Paese. Una postilla di costume la propone a DW l’economista Heitor de Carvalho, professore dell’Università Lusíada de Angola: “Il turista viene qui per spendere i suoi soldi e deve essere ben accolto. Non può essere ricevuto da un funzionario arrogante al controllo passaporti, fare un’ora di attesa per ritirare i bagagli in aeroporto e poi mezz’ora di coda per passare la dogana… Tutto questo deve cambiare, completamente”.

(foto account FB Ministério da Cultura Turismo)

Pubblicato da Alessandro Cavaglià

giornalista, appassionato di Africa. Stile giornalistico e rigore accademico